giovedì 13 gennaio 2011

TESSUTI


 tessuti di fibre naturali:
proprio perchè il glamper di per se ama la praticità, comodità, innovazione, ma sempre con un occhio rivolto al sostenibile e al bio.



BAMBU'
Il tessuto
La fibra di bambù è cava, offrendo al tessuto un'eccellente traspirazione e conservazione di calore (coibenza).
E' anallergica e impermeabile ai raggi U.V.
Inoltre il bambù contiene la pectina del miele, salutare per la pelle dell'uomo.
Il bambù contiene un particolare agente anti-batterico chiamato "Bamboo Kun". Questa sostanza, presente anche nel tessuto, ha una naturale funzione anti-batterica e deodorante.
La pianta di bambù è molto resistente e tenace; allo stesso modo i tessuti mantengono una buona stabilità e resistenza alle pieghe e la proprietà di antipilling.



 GINESTRA
Il tessuto
La ginestra è nota fin dall’antichità per il suo impiego come pianta da fibra. La stessa etimologia della parola greca “spartos” sta a confermare la tradizionale utilizzazione della fibra nella produzione di stuoie, corde, e manufatti vari.
Assomiglia al lino pur essendo assai più ruvida.

La fibra, ricavata dai suoi rametti verdi, mostra incredibile capacità di resistenza e flessibilità.
È molto resistente all’acqua e non si altera anche dopo un lungo periodo di immersione. In particolare, resiste benissimo all’acqua marina perciò era impiegata per reti, cordami, etc.

Il tessuto di ginestra si ottiene battendo gli arbusti e poi sfibrandoli, filandoli, torcendoli, tingendoli.
Fino a qualche decennio fa era abbastanza diffuso e veniva prodotta a mano in Meridione.



 JUTA
- È una fibra tessile che, come per la canapa e il lino, si ricava dal fusto della pianta.
- Circa l'85% della produzione mondiale di juta è concentrata nel delta del Gange: i principali paesi produttori sono Bangladesh e India.
- La juta è altamente igroscopica, di colore bianco-giallognolo o bruno e presenta fibre ruvide e tenaci.
- Il filato che ne deriva, anch'esso, ruvido, rigido e molto resistente, viene principalmente usato per la produzione di imballaggio di beni agricoli sacchi, borse, cinture e tappeti.
- LA JUTA È AL 100% BIODEGRADABILE E RICICLABILE.
- È la seconda fibra vegetale più diffusa, dopo il cotone, in termini di consumo, produzione, e disponibilità.
- La pianta della juta è imparentata con la pianta di canapa sativa, ma è completamente priva di elementi narcotici.



 ORTICA
L'utilizzo dell'ortica per la produzione di tessuti presenta notevoli vantaggi in termini di ambientale.
Infatti, come nel caso della canapa:
- durante la coltivazione non è necessario l'uso di pesticidi, essendo una pianta infestante in grado di “difendersi” autonomamante dai parassiti;
- possiede la capacità di rigenerare automaticamente le risorse del suolo;
- come tessuto, durante la fase di tintura, richiede circa un terzo in meno di colorante rispetto al cotone poiché assorbe molto bene il colore.
Inoltre, è una delle rare fibre coltivabili per più anni di seguito sullo stesso terreno, senza bisogno di ripiantarla.
Il tessuto d'ortica
- è molto resistente allo strappo
- è antistatico
- possiede un buon grado di assorbimento di umidità
- è anallergico.
Dal punto di vista visivo è simile al lino, ma possiede una brillantezza simile alla seta.



altri tessuti sicuramente meno innovativi ma allo stesso tempo essenziali per il nostro glamper sono:
il jeans e la pelle: molto comodi, funzionali, ma fondamentale easy to wear, avendo così un abbigliamento "casual" ma pur sempre esteticamente appetibile.



il jeans cosi come la pelle hanno il vantaggio di poter esser trattati in vari modi, così da renderli quasi pezzi unici, proprio come ha fatto la sisley con questa giacca di pelle e con molte altre in collaborazione con vari artisti, rendendo la classica giacca di pelle da motociclista un canvas unico.



«Quando mi trasferii a New York mi resi conto che in città c'erano più giacche da motociclista che motociclette. La giacca corta con cerniera, borchie, automatici, cinturini e spalline costituiva, in un modo o nell'altro, una sorta di uniforme rituale della mascolinità». Con queste parole Glenn O’Brian evoca la New York della Pop Art nell’introduzione del catalogo che introduce il progetto artistico curato per Sisley Art Project e festeggiato con un party a Palazzo Bovara a Milano.

Si tratta di una raccolta di 18 giacche in pelle customizzate da 17 artisti contemporanei e che saranno esposte per tutto il mese di ottobre nell’Andy Warhol Museum di Pittsburgh che già ospita nella sua permanente una delle tante leather jacket collezionate dall’artista della Pop Art, indossate da Andy insieme a jeans, occhiali scuri e Beatle boots. Una “divisa” adottata da quasi tutti gli esponenti della scena artistica del periodo, che avevano l’abitudine di decorarsi a vicenda i giubbini.

«Avevo una di queste giacche, quelle classiche, - racconta ancora Glenn O’Brian - e una sera chiesi a Jean-Michel Basquiat di disegnarmi sulla schiena una delle sue corone con un pennarello bianco. Mi ricordo di Ronnie Cutrone, l’assistente di Warhol. Aveva una giacca nera, decorata da writer come LA2, A1, Toxic, Bear e altri artisti di strada. Ronnie conosceva bene Keith e Jean-Michel e gli altri ragazzi che si stavano facendo un nome, ma lui voleva i veri writer di strada, quelli che si chiamavano “toys”. Veniva fermato dai graffittari per strada, che aggiungevano i loro disegni a quelli già presenti sulla giacca».
Per il progetto di Sisley, Cutrone ha dipinto il suo logo, Krazy Kat, sullo sfondo di una bandiera che somiglia a quella americana e una data, il 2012, che nella cultura pop rappresenta il giorno del giudizio. Insieme a lui hanno partecipato al progetto artisti della scena punk e new wave come Stefano Castronovo, Jane Dickson, Duncan Hannah, Robert Hawkins, Kenny Scharf e Walter Steding, artisti chiave della graffiti art come Frederick “Fab Five Freddy” Brathwaite, Lee Quiñones e Ouattara Watts e artisti di rilievo della nuova generazione come Rita Ackermann, Dan Colen, Brad Kahlhamer, Nate Lowman, Marco Perego e Tom Sachs.




  poi avremo il cotone, molto importante per il glamper, che ama customizzare, realizzare, fare con le sue mani, da qui DIY(do it yourself).
 
il cotone che può esser un organic cotton, vedi h&m.
ai giorni nostri tutto è organico e eco -friendly, dal 2004 h&m sta producendo una serie di organic cotton pieces.
Il range è molto versatile e comodo, lo stile è semplice e carino, e la variazione di prezzo è minima.  














Testi e immagini Rizzi Arianna

1 commento:

  1. boh...ma si veste solo di roba naturale il nostor personaggio? non credo proprio...

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